Usi terapeutici del Cannabidiolo: Attuali evidenze e prospettive future

29 Ott 2024 | Approfondimenti

Introduzione
Il cannabidiolo (CBD), uno dei principali composti attivi presenti nella pianta di Cannabis sativa, sta guadagnando crescente attenzione nel mondo della ricerca farmaceutica. Questa newsletter mira a esplorare gli attuali usi terapeutici del CBD, le evidenze scientifiche che ne supportano l’efficacia, e le prospettive future per questo ingrediente.


Cos’è il Cannabidiolo?
Il CBD è un composto non psicoattivo presente nella cannabis che ha dimostrato un ampio potenziale terapeutico in numerosi contesti clinici. A differenza del tetraidrocannabinolo (THC), il CBD non provoca effetti psicotropi, rendendolo un’opzione interessante per il trattamento di diverse patologie.
Nota importante: nella presente newsletter ci riferiamo esclusivamente al cannabidiolo di grado farmaceutico, destinato all’uso medico e terapeutico.


Target molecolari del Cannabidiolo
I meccanismi d’azione del CBD coinvolgono diversi target molecolari all’interno del corpo umano. Secondo le più recenti ricerche , il CBD interagisce con una vasta gamma di target, tra cui:

  • Recettori dei cannabinoidi (CB1 e CB2): Il CBD modula indirettamente questi recettori, influenzando le funzioni neurologiche e immunologiche.
  • Recettore TRPV1: Responsabile della percezione del dolore, della regolazione della temperatura corporea e delle risposte infiammatorie.
  • Recettore 5-HT1A: Importante per i processi legati all’ansia e alla depressione, suggerendo un ruolo del CBD nel trattamento dei disturbi psichiatrici.
  • Recettore GPR55: Coinvolto nel controllo della pressione sanguigna e della crescita ossea.

Questi meccanismi di interazione evidenziano come il CBD possa agire su numerosi recettori, rendendolo un ingrediente estremamente versatile per applicazioni terapeutiche future.


Usi Terapeutici Approvati


Come riportato nel report (Expert Committee  World  Health Organization and Louis, 2018),attualmente, ci sono alcune indicazioni terapeutiche approvate per l’uso del CBD, in particolare nel trattamento di malattie neurologiche. Tra le applicazioni più consolidate troviamo:

  • Epilessia farmaco-resistente: Epidiolex® è l’unico farmaco a base di CBD approvato dalla FDA e dall’EMA per il trattamento delle crisi epilettiche associate alla sindrome di Lennox-Gastaut e alla sindrome di Dravet. Questa approvazione si basa su studi clinici che dimostrano l’efficacia del CBD nel ridurre la frequenza e la gravità delle crisi.

Prospettive Future: Potenziali Usi Terapeutici del CBD
Oltre alle applicazioni già approvate, il cannabidiolo è oggetto di numerosi studi per il trattamento di altre patologie. Le aree di ricerca più promettenti includono:

  • Disturbi d’ansia e stress post-traumatico: Studi preliminari suggeriscono che il CBD potrebbe ridurre l’ansia e migliorare la qualità del sonno in pazienti affetti da questi disturbi, grazie alla sua interazione con i recettori serotoninergici (5-HT1A).

Come confermato in uno studio condotto su 103 pazienti, dove si è verificato l’impatto clinico di 75 mg di CBD in pazienti affetti da ansia accompagnata disturbi del sonno. In questo caso gli autori hanno concluso che il CBD potrebbe essere utile per i disturbi legati all’ansia e potrebbe aiutare a migliorare la qualità del sonno (Shannon et al., 2019).

  • Dolore cronico e infiammazione: Il CBD è stato studiato come potenziale alternativa agli oppioidi per il trattamento del dolore cronico, soprattutto nelle condizioni associate a infiammazione.Un recente review si è soffermata nel valutare il potenziale farmacologico del CBD in condizioni patologiche caratterizzate da dolore neuropatico, come fibromialgia, alcune forme di artrite e sclerosi multipla.

Le conclusioni degli autori sono state che I cannabinoidi sono emersi come potenziali alternative naturali agli attuali regimi terapeutici (Reechaye et al., 2024).

  • Disturbi neurodegenerativi: C’è un crescente interesse per l’uso del CBD nel trattamento di malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson, poiché si ritiene che possa proteggere le cellule cerebrali dallo stress ossidativo e dall’infiammazione.

Conclusioni
Il cannabidiolo rappresenta una promettente opzione terapeutica per diverse patologie, con applicazioni già consolidate e altrettante in via di sviluppo. Mentre la ricerca continua a esplorare nuovi campi di utilizzo, l’importanza di una formulazione di grado farmaceutico rimane fondamentale per garantire la sicurezza, l’efficacia e la purezza del prodotto destinato ai pazienti.

Riferimenti bibliografici:

Expert Committee  World  Health Organization, Louis, R., 2018. CANNABIDIOL (CBD) Critical Review Report Expert Committee on Drug Dependence Fortieth Meeting. https://doi.org/10.13140/RG.2.2.13488.48640

Reechaye, D., Perrine, A.L.A., Jahajeeah, Y., Dookhee, F., Robinson, J., Banerjee, I., 2024. Cannabinoids as a Natural Alternative for the Management of Neuropathic Pain: A Systematic Review of Randomized Placebo-Controlled Trials. Cureus. https://doi.org/10.7759/cureus.70021

Shannon, S., Lewis, N., Lee, H., Hughes, S., 2019. Cannabidiol in Anxiety and Sleep: A Large Case Series. Perm. J. 23, 18–041. https://doi.org/10.7812/TPP/18-041